lunes, 25 de julio de 2011

LA MONTAGNA DELL'ANGELLO



DAL 16 AL 30 DI LUGLIO DI 2011
Basilica di San Michele Arcangelo a Monte Sant'Angelo (FG)

Sarà inaugurata sabato 16 luglio 2011 alle ore 19,30 presso l'atrio superiore della Basilica di San Michele Arcangelo a Monte Sant'Angelo (FG) la mostra "La montagna dell'Angelo" curata da Matteo Accarrino e M. Carmela Claps e organizzata da "Casa Museo" (Sant'Alberto, Ravenna).

Nell'occasione, presenti il sindaco di Monte Sant'Angelo, Andrea Ciliberti, l'Assessore alla cultura, Giovanni Granatiero, il Rettore della Basilica, Padre Ladislao Suchy e i curatori, sarà presentato, nella sala convegni della Basilica, il catalogo della Mostra, che contiene anche scritti di Giuseppe Piemontese, Gaetano Cristino, Matteo Accarrino ed Herbert Accarrino.

Venti gli artisti partecipanti, italiani e spagnoli, che hanno affrontato il tema degli "Angeli" con ricchezza di modalità espressive e novità di approccio iconografico: Matteo Accarrino, Paola Babini, Giuseppe Bazzocchi, Mauro Bellagamba, Mauro Bendandi, Rosetta Berardi, Onorio Bravi, Roberto Carreca, Michele Chiapperino, Maria Jesus Cueto, Giovanni di Capua, Graziella Fraschini, Nando Granito, Mino Gravina, Immaculada Jimenez Huertas, Nieves Larroy, Matteo Manduzio, Valentino Montanari, Roberto Pagnani, Guido Pensato.

Nata da un'idea di Matteo Accarrino, sollecitata dai ricordi che hanno accompagnato la sua esistenza e la sua attività artistica fin da quando ha lasciato il suo paese natio, Monte Sant'Angelo, la mostra ha trovato immediato sostegno da parte di Padre Suchy, Rettore del più prestigioso santuario micaelico dell'Occidente. "L'arte visiva - ha scritto il religioso a proposito della raffigurazione degli angeli - riesce, per una sorta di ispirazione che non esito a definire divina, a valicare l’invalicabile, presentandone ai nostri occhi mortali l’immagine (per quanto può la nostra limitatezza) più verosimile possibile. L’artista è un contemplativo che riesce a giungere dove gli altri non possono, dove anche la tecnologia e la perfezione non potranno mai approdare e di lì riportare nel reale non un dato oggettivo, ma una sensazione reale che il suo talento è riuscito a cogliere grazie ad una specialissima disposizione donatagli dal Creatore, senza la quale non gli sarebbe stato mai possibile realizzare ciò che poi offre". Sotto questo punto di vista, sostiene a sua volta Gaetano Cristino, "anche i materiali tradizionalmente non artistici possono rivelare bellezza, possono essere "nuova" epifania di ciò che è invisibile. La "nuova" immagine, col suo attraente mistero, può essere catalizzatrice e rivelatrice di senso più di tante altre immagini esplicite", e in tal senso può contribuire a saldare la frattura tra arte sacra ed arte contemporanea così come auspicato da Giovanni Paolo II nella sua famosa Lettera agli Artisti. Il catalogo contiene anche una breve storia, scritta da Giuseppe Piemontese, della trasformazione, a volte anche radicale, della iconologia e iconografia della figura dell’Angelo, nell’arco dei secoli.

La mostra rimarrà aperta fino al 30 luglio 2011 con i seguenti orari: tutti i giorni dalle ore 10.00 all 13,00 e dalle 19, 00 alle 21,00

Ingresso libero

Per informazioni:
"Casa Museo", via Cavedone 65/b - Sant'Alberto (Ravenna), telef. 0544/529285 3296474832
casamuse08@yahoo.it

sábado, 9 de abril de 2011

TRAIT D'UNION

A cura di Carmela Claps e Matteo Accarrino

Presentazione di Bruno Bandini

INAUGURAZIONE, SABATO 9 APRILE ORE 18:30


Matteo Accarrino_Lorenzo Bruno_Michele Chiapperino_Giovanni di Capua_Fernando Granito_Vito Lella_ Cueto/Jiménez/Luc/Miranda_Juana Cima_Mariano Gómez de Vallejo_Julian Irujo_Fernando Mardones_Ana Múgica


Lo scorso anno con la mostra “Trait D’union”, Matteo Accarrino e Carmela Claps hanno messo a confronto due realtà geografiche a loro conosciute , la Puglia e la Romagna. L’edizione di quest’anno, nel mettere a confronto l’Italia ed i Paesi Baschi, rafforza la filosofia della “CASA MUSEO” e quello che per loro rappresenta l’arte - confronto, curiosità , conoscenza - tutto ciò che avviene vicino e lontano da noi, rendendo possibile il confronto anche tra chi , come in questo caso ,pur parlando lingue diverse è accomunato dallo stesso linguaggio artistico. Chi visiterà la mostra , farà fatica a riconoscere gli uni dagli altri ma vedrà opere che dialogano fra loro in maniera armonica, e coglierà il messaggio che la “CASA MUSEO “ vuole trasmettere.

Invasioni barbariche?

Questa volta il “campo di gioco” si allarga. Una scommessa ambiziosa, ma indubbiamente saggia, fa sì che “Casa Museo” disegni una geografia originale della ricerca artistica, mettendo a confronto sei autori italiani e nove autori provenienti da Bilbao. Immagini differenti, progetti distanti, “cucine” che a vario titolo rivendicano la propria irremovibile autonomia.
Eppure …

Eppure tra la documentazione visivo-sonora dell’azione dedicata al “quinto elemento”, il sale, realizzata da Cueto- Jiménez-Luc -Miranda , il rigore degli spazi cromatici di Giovanni di Capua, le macchine “celibi” che operano nelle stampe digitali di Ana Múgica, il realismo onirico del disegno di Lorenzo Bruno, la riflessione sul paesaggio di Juana Cima, le evocazioni ludiche tra natura ed artificio di Vito Cristiano Lella, la provocazione dei marchi di Mariano Gómez de Vallejo, le declinazioni formali sui materiali naturali di Fernando Granito, l’inquietudine provocata dalla “macchina del gusto” di Julian Irujo, le sapienti “disavventure del segno” indagate da Matteo Accarrino, le replicazioni grafico-pittoriche di Fernando Mardones, l’evocazione progettata di Michele Chiapperino, tra questi elementi di ricerca così distanti emerge, inevitabile e involontario, una sorta di destino comune: pur nella difformità delle poetiche, l’arte unisce.

Ecco, credo, il senso più autentico e profondo di questo allestimento che il laboratorio d’idee santalbertese propone. E ci fa piacere che questo accada in un anno come questo, in cui, nel nostro Paese, si celebrano i 150 anni dell’Unità nazionale. E se questo poco interessa agli ospiti spagnoli, si tratta pur sempre di un’occasione per riconoscere quanto il “fare arte”, quanto la pratica dell’arte sia destinata ad unire proprio in virtù delle differenze che essa è capace di provocare. La ricchezza e la provocazione di questa occasione espositiva ci invita ad immaginare differenti cammini sospesi sulla stessa soglia, partecipi delle stesse illusioni di sconfinamento dal visibile all’invisibile. Eterna tensione, questa, che accomuna le ricerche più diverse, situazioni vissute oscillando dal passato al futuro, per il sottile tramite del presente in atto, proprio perché unità d'intenti primari - in quanto desiderio di ritorno all’origine - è una metafora che accomuna una pluralità di orientamenti.

Dunque, nelle complesse prospettive poste in evidenza da questa adunanza di linguaggi si indicano analogie tra autori per i quali persino un termine desueto come quello di “fratellanza” può risultare suggestivo, a patto di svuotarlo di significati psicologici e affettivi. Una fratellanza mai programmabile, quasi sempre invisibile, dimensione inafferrabile che è nascosta nelle pieghe dei linguaggi, nelle fenditure degli sguardi, come strumento per esaltare risonanze che convergono in quella comune tensione del “cercare” che è propria di ogni arte.

Bruno Bandini

"CASA MUSEO"
Via Cavedone 65/b-48123 Sant'Alberto (RA) ITALY
casamuseo08@yahoo.it
Tel. 0544 529285 - Cell. 329 647 4832